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Portella di Granza è il punto di partenza della nostra breve escursione a piedi che raggiunge il Bosco di Granza, le pendici settentrionali di Cozzo Bomes e il Lago temporaneo omonimo.
La Portella (m 933) è un valico panoramico, sulla cresta meridionale di Monte Roccelito (m 1150), la cima più importante di questi rilievi. Alla portella si può arrivare anche in auto, percorrendo una strada in cemento "ecologico" che si stacca a sinistra della carrozzabile tra Montemaggiore Belsito ed Alia. La strada ripercorre il tracciato di una precedente mulattiera di cui sono ancora visibili brevi tratti in selciato. Nella stagione invernale e primaverile la zona si presenta molto umida, ricca di ruscellamenti e ristagni tra i campi arati dovuti alla natura impermeabile argillosa e arenacea dei versanti che limita l'infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo.
Lasciata l'auto, il primo tratto del percorso a piedi attraversa coltivi e pascoli con qualche siepe di Prunus spinosa o pruno selvatico, Crataegus oxyacantha o biancospino e Rubus ulmifolius o rovo.
Sin da febbraio, fioriscono, tra l'erba, il Crocus albiflorus, pianta il cui areale si estende ai balcani, e il Ranunculus ficaria il cui nome generico è dato dalla forma delle foglie che ricordano piccole rane accovacciate. Le raccolte d'acqua, artificiali e non, presentano un'interessante flora idrofila con graminacee che crescono con le foglie lunghe e strette distese sul pelo dell'acqua, un ranuncolo acquatico con le foglie filiformi ed una pianta del genere Rumex (Romice) specializzata per gli ambienti allagati. Abbondanti sono le alghe aiutate dall'apporto di nitrati forniti dalle mandrie pascolanti. Tra queste alghe sono i cianobatteri, organismi d'origine antichissima considerati primi responsabili della diffusione dell'ossigeno nell'atmosfera terrestre.
Dopo circa 600 metri di stradella, attraversato il vallone del Gelso, si entra nel Bosco di Granza, un querceto mesofilo che cresce su suolo siliceo con dominanza di querce caducifoglie del gruppo delle roverelle (Quercus congesta e Q. dalechampii) e sughere (Quercus suber). Il sottobosco è dominato, nei versanti più caldi e luminosi da ginestra spinosa (Calicotome infesta) e in quelli più freschi e ombrosi dal pungitopo (Ruscus aculeatus). Verso fine marzo fiorisce anche la viola (Viola alba var. dehnhardtii) e il Ciclamino (Cyclamen hederifolium) A testimonianza del clima particolarmente umido del bosco i tronchi e i rami sono coperti di licheni. Se portaste con voi in escursione un fitosociologo, vi spiegherebbe che il bosco di Granza appartiene alla Classe Quercetea ilicis, all'Ordine Quercetalia ilicis, all'Alleanza Erico-Quercion ilicis, alla Sub-alleanza Quercenion dalechampii e all'Associazione Genisto aristatae Quercetum suberis. La fitosociologia, infatti, studia le comunità vegetali in relazione ad ambiti topografici ristretti e le suddivide in insiemi e sottoinsiemi dalla classe fino all'associazione.
Il sentiero prosegue in leggera salita nel bosco fino ad una sella senza alberi da cui si vede, in basso, il paese di Sclafani Bagni. Occorre aprire una chiudenda nel recinto di filo spinato e seguire in discesa, sul versante SE, un sentiero nel bosco che porta al Lago di Bomes.
Il Lago di Bomes (m 865) non è un lago vero e proprio, ma rientra nella categoria degli stagni temporanei, infatti si riempie con le piogge autunnali di un sottile strato d'acqua, per tornare completamente asciutto in primavera inoltrata o in estate. L'alternanza di periodi umidi e secchi fa sì che questo lago ospiti soltanto fauna e flora in grado di superare, con strategie diverse, la stagione secca. ll Bomes è brulicante di vita, basta avvicinarsi alle sponde, osservando l'acqua con attenzione, per scorgere piccoli crostacei di varia forma e dimensione: Copepodi calanoidi di colore rosso, crostacei grandi due o tre millimetri con antenne più lunghe del corpo e Anostraci della specie Chirocephalus diaphanus, crostacei lunghi fino a due centimetri che nuotano con la parte dorsale verso il basso. Questi animali si nutrono di fitoplancton filtrando l'acqua, mentre gli Ostracodi, presenti numerosi, sono detritivori e hanno due piccole valve semichiuse da cui fuoriescono gli arti. Il ciclo vitale di questi animali è proporzionale alla fase umida della pozza; prima del prosciugamento stagionale producono uova durature, o cisti, capaci di rimanere vitali nel fango dissecato anche per molti anni, pronti a completare lo sviluppo al ritorno dell'acqua.
Come raggiungere il punto di partenza dell'escursione
Al km 12 della carrozzabile tra Montemaggiore Belsito e Alia prendere il bivio a sinistra e seguire la strada in cemento ecologico che attraversa la Contrada Viscardo a sud di Monte Roccelito e a nord del Bosco della Favara fino a Portella di Granza.
Dislivello circa 100 metri
Lunghezza del percorso: 2 Km
Difficoltà: facile
Stradelle interpoderali erbose e argillose, sentieri
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